(Annuario Avanguardie Artistiche 2010)
“L’Artista Saverio Feligini abbandonata la pura figurazione accademica fa della dinamicità delle sue opere la sua vera forza. Opere che collocano l’astante in un universo parallelo in cui cosmo e realtà materiale diventano una cosa sola. L’arte di Feligini si presenta priva di contaminazioni e richiami del “già noto”. Forte del suo modo di fare arte riporta sulla tela quelle che sono le sensazioni di un’anima che vissuta in questo mondo chiede di voler vivere in una nuova realtà. Una realtà fatta di scelte cromatiche e collocazioni spaziali diverse da quelle conosciute. L’artista nelle sue opere esplora realtà passate per ricollocarle in una dimensione nuova. La dimensione della sua psiche”.
Salvatore Russo
NOTE CRITICHE e VISIONI
“Come Posso”, Spazio d’Arte Zerouno di Barletta, Febbraio 2017
(estratto della presentazione critica del progetto espositivo curato da Anna Soricaro)
...Saverio Feligini intrappola l'osservatore in dimensioni sempre diverse. Librando i protagonisti in spazi ideali si assiste ad una vaghezza così soave e leggera davanti alle sue opere da restare lì, per ore, a guardare tentando di coglierne il particolare. Colori sempre simili, mai invadenti al punto da distogliere l'osservatore da un viaggio ideale in cui perdersi. I toni, le forme, la leggerezza a cui si assiste divengono trappole visive dalle quali piuttosto che liberarsi si vorrebbe restare ed essere mai svincolati.
Premio Arte Roma, Stadio Domiziano, Roma
(estratto dal Catalogo, nota critica sull'opera "Trame d'Incanto" a cura di Francesco Gallo Mazzeo)
Un senso di vertigine, un travolgimento, verso un ignoto che attrae con tutta la sua forza, dando un significato apocalittico a quello che può essere un sogno, un film, una paura atavica, che di colpo, senza provvedimento con un turbinio possa trasformare l'essere, in non essere, in nulla.
“L'irresistibile desiderio di cadere”, Spazio d’Arte Zerouno di Barletta, giugno 2015
(estratto della presentazione critica del progetto espositivo curato da Anna Soricaro)
….Saverio Feligini ha una grande esperienza artistica maturata dalle sperimentazioni di supporti e collagement, una tecnica antica e già vista che diviene con lui grandezza estetica attraverso creazioni di piccole grandi opere d’arte di imponente spessore. Meticolosità, accuratezza, precisione identificano opere di grande spessore dall’originalità indiscussa e dall’imponenza assoluta...
Progetto "Tensioni e Paradossi del Contemporaneo", Spazio D'arte L'Altrove di Ferrara e Galleria degli Artisti di Milano, settembre 2014
(estratto della presentazione critica del progetto curato da Francesca Mariotti e Silvia Greggio)
...Saverio Feligini continua, dopo Ferrara, a farci sbalordire
con i suoi magnifici collages, quasi impercettibili nella loro perfezione, mostrando forme e oggetti, per noi
familiari immagini quotidiane, in una veste e contenuto completamente estrapolato dal proprio contesto e
trasformato in figure di straordinaria fantasia
“un Fatto è un Fatto”, Spazio d’Arte Zerouno di Barletta, giugno 2014
(estratto della presentazione critica del progetto espositivo curato da Anna Soricaro)
….Non si può parlare di un confronto tra astrazione e figurazione, perchè questa esposizione va oltre, come ben si nota nella tecnica di Saverio Feligini che si avvale del collage in forma alternativa e mozzafiato, con precisione certosina inquadra opere sostanziali dal significato profondo dove i vari elementi si bilanciano e aleggiano in uno spazio ligneo, in continua ricerca di una loro posizione…
Recensione critica a cura della dott.ssa Anna Soricaro, direttore artistico della Galleria Zerouno e dirigente Fondazione De Nittis, giugno 2014
Saverio Feligini si allontana dalla convenzionalità per operare con estrema cura del dettaglio un collagement certosino che sembra pittura prima di sfiorare con delicatezza il supporto e accorgersi della lieve materia che contorna ogni corpo e che aleggia. Energia, entusiasmo e contemporaneità emergono dai lavori che si impongono come imponenti grandi creazioni che intrigano e incuriosiscono.
Recensione critica a cura della dott.ssa Anna Rita DeLucca, direttore artistico della Galleria "La Corte di Felsina" di Bologna, aprile 2014
La sua ricerca fondata sulla tecnica del collage lo sospinge costantemente a sperimentare il ‘non convenzionale’: simbolismo, surrealismo, metafisica, arte rinascimentale e botticelliana, natura e spazio infinito, spirito e materia, fantascienza e realtà, concreto ed astratto, azione e pensiero, corpo ed anima. Il gioco ambivalente dell’esistere, sempre in bilico tra sopra e sotto, terra–cielo, universo e spazio finito: il TUTTO si dipana e si rimescola nelle opere di Saverio Feligini, esce dalla dimensione dello scibile ma si espande nell’atemporale, nel superamento del limite umano verso una dimensione ultraterrena, al di là della semplice razionalità o dell’imperfezione materiale.
Profilo critico dell'artista pubblicato nel volume "Profili d'Artista" (Satura Art Gallery, 2014)
Saverio Feligini crea mondi trascendenti spaziando sugli sfondi di un azzurro terso
come la stratosfera. In questo celestiale panorama sospeso trovano posto le architetture
ascensionali di città del futuro. Un approccio fantascientifico fa precipitare
Boccioni nella tana del Coniglio Bianco, facendolo passare dentro all’immaginario
di Philip K. Dick, spiegando la vuota inconsistenza dell’Uomo moderno. Dalla bidimensionalità
della tavola, le figure si animano grazie alla fisicità dell’assemblaggio
sperimentale. I ritagli si sommano in sequenze cinematografiche sature, sculture
e le visioni intrauterine di Salvador Dalí si scompongono in un insieme coordinato
di frammenti diversi, dando vita all’armonia spaziale di luci e ombre. La verticalità
come asse centrale del vortice discosta l’oggetto dalla realtà e l’osservatore è letteralmente
invitato a cercare il significato nascosto in ciascuna opera. Non esistono
quindi risposte univoche: ogni tessera del mosaico è un elemento polisemico che
rimanda all’universo delle esperienze personali. L’artista rilegge così il passato –
o meglio “i passati” – invertendo la sovrapposizione cronologica delle dimensioni
relative, e ricostruisce un’identità post-industriale grazie a proiezioni che si sviluppano
ritagliando le forme, con il principio ottico dei lavori di Escher. Sono geometrie
che, pur partendo da un contesto onirico, diventano astrazioni matematiche
mediate dalle immagini d’arte e spot pubblicitari. Non è ben chiaro se gli edifici
siano generati dalla mente di un umano o se, viceversa, sia l’umanità a nascere
dall’artificio. Il viaggio ascensionale parte dal grigiore di città-pianeta che salgono
e si modificano, con visuali stroboscopiche, come in una fotografia elaborata a
computer, che suggerisce l’idea di un sistema totalizzante che si nutre dei pensieri
degli individui. Non c’è l’intento futurista di distruggere la memoria: come nei film
di Fritz Lang e di Rintarô, i grattacieli si affollano in modo opprimente; e la progressione
dà le vertigini. Ci si muove tra mele-asteroide – trofeo perfetto alla dea
più bella di un Olimpo metafisico. Anche la lettura dei simboli dell’iconografia tradizionale
è stravolta per trovare nuove interpretazioni, nuove forme e nuovi colori.
LE COMPOSIZIONI ARTISTICHE DI SAVERIO FELIGINI
TRA IRONIA E FANTASIA
Recensione critica
A cura di Sabrina Falzone
Schegge di realtà fendono la produzione artistica di Saverio Feligini, artista autodidatta originario di Pesaro. Le sue potenzialità creative ci conducono verso nuovi ed invitanti orizzonti iconografici, sommersi di fervida immaginazione e stravaganze interpretative.
Frammenti tangibili della comunicazione visiva si sovrappongono in infinite varianti, revocando la propria funzionalità natale e assumendo inaspettate connotazioni rappresentative che esulano da qualsiasi aderenza concreta: è il linguaggio dell’onirico che erompe con vigore espressivo ed energia comunicativa. E’ realtà trasfigurata in utopia, raccontata esclusivamente con la tecnica del collage.
Su supporti lignei Feligini assembla ritagli di carta e brani di giornali, foggiando un nuovo universo percettivo, fatto di moderne storie sovrumane intessute nella tradizione storico-artistica, di trascorsi medievali - ben leggibili nella scelta del formato – di impressioni iconografiche rinascimentali e di parvenze quotidiane che hanno il potere di suggestionare e denunciare le piaghe del presente. E’ proprio contestando la società consumistica che l’autore muove i suoi passi nel ginepraio dell’arte, trasmettendo differenti stati d’animo: paura, angoscia, solitudine, nostalgia e dissenso.
Le composizioni artistiche di Saverio Feligini sono il frutto di commistioni di realtà a contrasto, di contesti eterogenei chiamati a coesistere sotto il tetto dell’arte come cerniere tra passato e futuro, come spartiacque tra la realtà rassicurante e l’ebbrezza della fantasia e del sogno.
La rivisitazione contemporanea delle pale d’altare del XV secolo emerge con particolare rilevanza nel collage intitolato “Live or Cook”, che ci trasmette l’immagine trasfigurata della nuova “Madonna con angeli” in frammenti pubblicitari dal forte impatto visivo, grazie anche ad un vivacissimo impiego cromatico. In verità, si tratta di uno stendardo della decadenza etica che abita ormai la dimora del contemporaneo.
Malgrado il mutato rapporto tra l’uomo e la natura, in “Closet o Heaven” è possibile scorgere la gioia della riflessione per un’epoca di passaggio e per un cambiamento sociale indigesto, che ha portato l’autore a rifugiarsi nell’utopia.
Nello sforzo salvifico della creazione
C’è una volontà veggente che conosce i codici degli enigmi e li decodifica in frasi
percepibili.
E’ tipico degli “iniziati” discernere le percezioni criptate e de-criptarle per renderle
accessibili a tutti.
Gorghi di mari romantici fanno deragliare il tramonto del sole in
prismatici, caleidoscopici, cristalli di luce.
Quando l’eccezione diviene regola il tuffo è nel cono d’ombra, dove le percezioni
canore fanno vibrare i cristalli della memoria.
Chi vuole, perché vuole, dove vuole? ….
Ma le domande rimbombano e le risposte sono disattese.
De Chirico e Magritte si affacciano dalle finestre porgendo oggetti intrusi.
E’ la diversità che fa la differenza!
….E crollano i sillogismi, le dissertazioni, le premesse maggiori e le premesse minori.
Scacco, scacco alla normalità, alla routine, con coriandoli d’immagini cadute a
pioggia a formare paradossi!!!
Dato un campo di premesse, una tela di premesse, la pioggia è contaminazione
surreale; non è una pioggia di ciò che sembra, né una composizione di ciò che
dev’essere: ma va semplicemente oltre.
La stessa volontà veggente innata, comanda gli abbinamenti ed il sogno disvela il
suo sviluppo di velature.
L’oracolo diventa pass-word per la decriptazione dell’enigma.
Responsi di Sibilla quali foglie, i fogli di carta si compongono per la lettura formando
immagini, porte di accesso, portali telematici della psiche.
Al di là del puro e semplice collage l’anima del Nostro soffia perenni rimembranze di
viaggi e talismani.
Si piega quest’avventura a stimolare ancora fantasie.
Nello sforzo salvifico della creazione, addizionali empiriche di muse inquietanti e
sospensioni autonome per gli spaesamenti.
Qui l’Artista e l’antiartista si abbracciano per riconciliare il sogno con la vita, la vita
con il sogno.
Centro Arte Moderna, Pisa, febbraio 2010
- A Saverio Feligini -
Omaggio della Prof.ssa Sandra Lucarelli a seguito del nostro colloquio in Galleria.
Total Recall
Scusa, chi sono io per te? Sono quello che sai di me? Ciò a cui ti servo? Un appunto nella tua agenda, una stringa nel web? Chissà...
Me lo sono chiesto, io chi sono, facendo chilometri, essendo dappertutto, aprendomi al mondo; più occhi mi guardavano e più mi interpretavano, ed io giravo il caleidoscopio di me cercando di fissare un’ immagine. Tutto non lo ricordo perché più il tempo passava più divenivo mille alterità.
Così sono ripartito, per entrare in quel mondo patinato, nel quale l’immagine è tutto, a ricercare.
E’ un posto speciale, che esce da rotative galattiche, curato da mille click, in quadricromie di pixel.
E’ un mondo caduco e veloce, che cambia ad ogni pagina ed ogni settimana per milioni di occhi di insetto. E’ facile farlo fermare, bastano mani di forbice, ma il delitto è vietato, si può solo accennare. E’ fatto di dimensioni che s’intrecciano, attraverso le quali tu passi tagliandole, e in un istante scompaiono per ricomporsi altrove.
Lì abitano esseri femminili dotati di energia sovrumana. Sono le icone di un tempo, madonne che divengono androidi, precise e funzionali perché in quel multiverso tra le cose che contano ce n’è una importante: adattarsi allo scopo. Ma quale?
Esse reggono e gestiscono il flusso infinito della fame delle bocche e degli occhi, con moderne cornucopie distribuiscono immagini glamour, seni turgidi, praline al cioccolato, flan al formaggio.
Esse predicono il futuro con dadi che rotolano senza gravità. E’ tutto così bello e ingannevole! La loro forza di arcane divinità ci nutre. Riesco a vederle non visto.
A volte le loro mani ramificano, operose nello stabilire format e prodotti, i confinidelle scollature e la larghezza degli sguardi. Qua e là una carta da parati romantica e qualche decorazione in zucchero rende ameni questi luoghi. Nasconde il rumore degli ingranaggi un paffuto usignolo, mentre le dee distribuiscono come per caso i loro allucinogeni.
Qui abita il Re pomodoro, la mutazione genetica dell’Atleta, l’Ordigno nucleare, il Mascara super coprente. Questo è il luogo di tutte le più pratiche e totali finalità.
Ed io? Mi fingo un cannibale ben educato e mi lascian passare, giù, fino all’uomo di pelle di lucertola, che niente può scalfire. Eccolo, col suo dna ricombinante, altri non è che un essere umano in malafede, lo so. Ma lui crede di essere un inscalfibile, eterno dio di titanio. Per fortuna qui niente ha occhi, quindi fuggo, mi eclisso, cado, come un’Alice bambino tra tunnel di bignè farciti e mele lucidate, scendo tra grattacieli e cieli azzurrini, poi rotolo e mi trasformo nel Charlot di Tempi moderni, perduto tra gli ingranaggi, con nelle mani colla e forbici.
Guardando sù riesco solo vedere una molecola di zucchero che fluttua nello spazio a 26mila anni luce, la Madre di Gaia e di ogni budino nelle sue nuvole gravide di pioggia lontane lontane. Ma qui siamo chiusi al cielo, da questo cielo non pioverà nulla di dissetante. Mai. Qualche goccia di Eau de parfum cade creando perle trasparenti sulla pelle di Naomi. Qui vivono i semidei ed i prototipi. La pioggia, come il senso delle parole, sono vietate in questa alterità.
Io che sono una foglia d’argento, fatta da un albero abbattuto qua, e che vorrebbe inseguire il vento,
e forse ce la fa... eccomi fuori, sono di fianco a te.
Dada Knorr su “Close to Haven” e “Live or cook”, Dicembre 2009
“Da anni scava tra le pagine patinate di popolari riviste femminili tessere-gioiello per comporre barocchi diademi di merci feticcio, lussuose armi e corazze luccicanti in grado di riscattare madame dallo shopping ossessivo-compulsivo o più semplicemente le frustrazioni di qualche casalinga in bolletta ponendo il delirio del presente entro le sagome vivificanti del Mito e della Storia (lo suggeriscono i formati: il tondo, i polittici; i temi: la caduta dell’angelo, certa iconografia rinascimentale) e dando luogo così ad un’ironica e trasognata evocazione di profondità per chi è invece votato, come un’abitante della Flatlandia di Abbott, ad un’unica dimensione - quella delle superfici e del superfluo.”
Maurizio Giuseppucci, 2005
".L’artista usa magistralmente e con enfasi poetica una delle tecniche attualmente più in voga tra gli Artisti contemporanei: “Il Collage”…. il collage puro;ovvero questo lavorato senz’altra commistione tecnica, in sostanza Feligini è un serio e professionale “Operaio d’arte”. Saverio realizza imagini, “...paesaggi” e tant’altro di artisticamente prezioso, con l’utilizzo di ritagli da diverse stampe e combinando a quest’ultime materiali a volte ferrosi o d’altro che fissa su supporti di legno in diversi formati. L’Artista di carattere introverso, quasi “Benedettino”, spesso questo un pregio per chi fa dell’arte una ragione di vita, ha riscoperto con passione e ce lo mostra con serena umiltà: il vero “collage”, quest’Arte che mancava, nei modi preziosi, che davvero ne fanno un’Arte. “
Sandro Sabatini, 2008